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INTRODUZIONE Tornare al lavoro, per la maggior parte delle persone, significherà un’esperienza molto diversa rispetto a quando se ne sono andati, e col tempo emergerà un nuovo "normale". Ci sono molte congetture su quale "normale" si consoliderà, ma sappiamo che la pandemia globale COVID-19 cambierà il modo di lavorare, almeno in parte, per sempre. L'opportunità che ci attende è di rendere il lavoro ancora migliore di prima della crisi e di costruire organizzazioni più resilienti. Paesi e settori industriali stanno riaprendo progressivamente le loro attività operative e di servizio ai clienti. La predisposizione delle condizioni di sicurezza presenta sfide immediate e opportunità di ripensare i processi anche a medio e lungo termine. Le ricerche passate e recenti mostrano gli impatti della chiusura e quindi quello che le organizzazioni devono fare non solo per riaprire ma per ricostruire la loro resilienza a livello individuale e collettivo. La ricerca sulla resilienza psicologica della Cheung Kong Graduate School of Business su 5.835 imprenditori, manager e dipendenti intervistati, ha trovato un livello relativamente alto di resilienza nel suo insieme e un basso livello di depressione e ansia. Ma questa lettura varia notevolmente a livello individuale e aziendale quando si considerano fattori come sesso, età, istruzione, regione, dimensioni dell'azienda, anzianità, numero di anni di lavoro, stato di ripresa del lavoro, lealtà, soddisfazione, stress e gestione del tempo. Per ogni gruppo, i risultati del sondaggio mostrano livelli diversi di resilienza psicologica, depressione e ansia e le differenze tra i gruppi sono molto evidenti.