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Stefano Mulinàri<break strength="x-strong"/> (Firenze 1741-1790)<break strength="x-strong"/> Taddeo Zuccari copia il Laocoonte, 1774 circa<break strength="x-strong"/> Acquaforte e lavis 245 per 230 millimetri<break strength="x-strong"/> <p>Pittore e incisore, pupillo di Andrea Scacciati, Stefano Mulinàri è tra i massimi incisori di riproduzione della seconda metà del XVIII secolo. In collaborazione con Scacciati incide tra il 1766 ed il 1774 le cento stampe dei Disegni originali d’eccellenti Pittori esistenti nella Real Galleria di Firenze incisi ed imitati nella loro grandezza e colori, precedute da un frontespizio con dedica a Pietro Leopoldo granduca di Toscana; nel 1775 pubblica l’Istoria pratica dell’incominciamento e progressi della pittura e cinque anni più tardi l’importante Saggio delle cinque scuole di pittura Italiana, con riproduzioni di disegni e dipinti di grandi artisti italiani quali Raffaello, Annibale Carracci, Guercino, Ribera. </p> <p>Nella traduzione dei disegni in stampa, la tecnica adottata dal Mulinari si distingue per l’utilizzo, insieme con l’acquaforte, del lavis, che permette di ottenere effetti pittorici simili a quelli dell’acquarello. La sua ultima opera è la Raccolta di venti disegni originali d’eccellenti pittori, edita a Firenze nel 1782. </p> <p>Taddeo Zuccari copia il gruppo del Laocoonte è la tavola XXVI dei Disegni originali d'eccellenti Pittori e deriva da un disegno a penna e inchiostro bruno acquarellato, a marcato sviluppo orizzontale, di Federico Zuccari (1540-1609) databile intorno al 1595. Il disegno fa parte di una serie di studi preparatori, circa una ventina, per un ciclo di affreschi con episodi dell’infanzia e giovinezza del fratello Taddeo (1529-1566), destinati ad ornare la Casa Zuccari di Roma. </p> <p>Nella sua incisione Stefano Mùlinari riproduce la parte destra del disegno, nella quale è raffigurato Taddeo, da poco giunto a Roma, mentre copia il gruppo del Laocoonte nel cortile del Belvedere. Sullo sfondo si riconosce l’ala settentrionale del palazzo apostolico, edificata da papa Niccolò quinto e sulla destra la cupola di San Pietro in costruzione.</p>