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Aurelio Mariani<break strength="x-strong"/> (Velletri, 1863 - 1939)<break strength="x-strong"/> Ritratto dell’abate Stanislao White, 1902<break strength="x-strong"/> Olio su tela centimetri 100 per 74<break strength="x-strong"/> Aurelio Mariani, oltre che prolifico autore di opere a carattere religioso, fu anche apprezzato ritrattista, e manifestò una particolare propensione alla realistica caratterizzazione dei suoi personaggi. La sua formazione avvenne a Roma, dove studiò presso gli Istituti dei Fratelli delle Suore Cristiane e all’Accademia di Belle Arti, quando era in gran voga il Purismo di Tommaso Minardi, al quale Mariani ardì almeno inizialmente. Nel Ritratto dell’Abate Stanislao White, storica figura del monastero cistercense di Valvisciolo, l’Artista, memore dei modelli del Vecellio, ritrae l’abate irlandese sullo sfondo di una grande tenda rosso scuro, sulla quale risalta, intensa, la candida veste. Particolarmente pregevole appare la resa, assolutamente realistica, dell’incarnato e dei lineamenti – nobili ed austeri - di Padre White, di cui si conoscono alcuni ritratti fotografici dei primi anni del Novecento. Il dipinto, da sempre conservato a Valvisciolo, fu realizzato poco tempo dopo l’elezione del Priore White ad Abate, avvenuta nel mese di maggio del 1901.   Padre Stanislao White nasce in Irlanda, a Londonderry, il 12 luglio 1839, dall’antica famiglia dei Conti di Derry. Compiuti gli studi di teologia, viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1866. Al 1867 risale il suo arrivo in Italia, a seguito dell’Abate Francesco Regis, eletto Procuratore Generale dell’ordine presso la Curia Romana. Nel 1893 si trasferisce a Valvisciolo e dà inizio ai grandiosi lavori di ristrutturazione dell’Abbazia, che si protrarranno sino alla data della sua morte. Don Stanislao White si impegna anche per far aprire una scuola gratuita, frequentata da allievi della campagna circostante e dei paesi limitrofi. Nel 1910 viene invitato da Papa Pio X a trasferirsi, in qualità di Amministratore Apostolico, presso l’Abbazia di Casamari. Qui si spegnerà, il 3 gennaio 1911, dopo una breve malattia.