Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

Luca Giordano<break strength="x-strong"/> (Napoli, 1634 -1705)<break strength="x-strong"/> Ritratto di prelato, 1676-77<break strength="x-strong"/> Sanguigna su carta preparata in rosa, millimetri 258x159<break strength="x-strong"/> La produzione grafica di Luca Giordano, pur non essendo paragonabile a quella pittorica, appare contraddistinta da una costante evoluzione. Dopo una prima fase giovanile, dallo stile concitato – caratterizzato da un tenue segno a penna acquerellato – l’Artista arriva, nelle creazioni più tarde, ad un linguaggio più libero e sereno in cui utilizza anche il carboncino e la sanguigna. In questo Ritratto di prelato il disegno rapido ed incisivo appare come sintesi dell’artista napoletano, che racchiude in sé la forza dell’incisore e l’attenzione per i particolari anatomici derivati dal suo maestro Jusepe de Ribera. L’opera, che raffigura un alto prelato gesuita, può essere datata verso il 1676-77. In quegli anni Luca Giordano venne contattato dai Gesuiti i quali gli commissionano un San Francesco Saverio per l’altare maggiore della chiesa di San Ferdinando a Napoli. L’eleganza ed il fascino della formula di profilo del Ritratto rimandano a classici modelli di Plinio e Quintiliano, ripresi dalla pittura fiorentina del XIV e XV secolo. Giordano intende il classico solo come modello formale, non più ideale estetico a cui guardare. La lezione del Caravaggio prima, quindi quella del Ribera, fanno sì che la sua attenzione si soffermi sulle lievi asprezze del naso, sui naturali segni lasciati dall’ingeneroso tempo sulla fronte, ai lati degli occhi, ed anche al di sotto del mento e del collo, in parte celato alla vista dalla camicia e dal risvolto dell’abito talare.   Il foglio presenta sul verso una figura maschile di età matura, intenta a scrivere (o a disegnare). Potrebbe essere un autoritratto del pittore napoletano, all’epoca quarantaduenne, quando ancor non utilizzava i grandi occhiali che caratterizzeranno, più tardi, la sua immagine.