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Pietro Annigoni<break strength="x-strong"/> (Milano, 1910 - Firenze, 1988)<break strength="x-strong"/> Testa mulìebre<break strength="x-strong"/> Sanguigna e acquerello su carta bianca millimetri 300 per 200<break strength="x-strong"/> Donazione Guglielmo Guidi del febbraio 2002<break strength="x-strong"/>   Pittore e incisore, Pietro Annigoni espone per la prima volta nel 1929, ottenendo positivi commenti da Elio Vittorini sul giornale “L’Italia Letteraria”. All’inizio degli anni Trenta realizza a puntasecca una serie di incisioni, “graffianti ed essenziali”, dal titolo Amor nero. Lo chiamano “il pittore dei mendicanti” e Ugo Ojetti gli dedica sul “Corriere della Sera” (23 dicembre 1932) un'ottima recensione. Inizia la sua rilevante produzione ritrattistica che gli darà grande notorietà internazionale. Nel 1947 firma con Gregorio Sciltian e i fratelli Bueno il “Manifesto dei pittori della realtà”. Negli anni Sessanta e Settanta realizza cicli di affreschi a Firenze, Convento di San Marco, a Montecassino, Chiesa Maggiore e Padova, Basilica di Sant’Antonio. Per il grande storico dell’arte Bernard Berenson, “Pietro Annigoni, non solo è il più grande pittore di questo secolo, ma è anche in grado di competere alla pari con i più grandi pittori di tutti i secoli... rimarrà nella storia dell’arte come il contestatore di un’epoca buia”.   Il grande interesse di Annigoni per il naturalismo e i suoi studi di espressione e fisionomia, si riflettono in un gran numero di opere svolte, nella maggior parte dei casi, su commissione e in una serie di “Studi di teste” – come l’artista stesso soleva definirli - per lo più femminili e realizzati con tecniche miste, a pastello, matita o sanguigna, a volte lumeggiati con acquarellature. L’assoluta padronanza tecnica e l’acuta osservazione sono elementi che emergono espliciti, anche nei suoi rapidi studi informali, come in questa Testa mulìebre, non datata, che affascina per l’intensa concentrazione ed il carattere severo, quasi scontroso, in cui si avvertono lontani echi di matrice leonardesca.