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Giovanni Antonio Canal detto Il Canaletto<break strength="x-strong"/> La torre di Malghera, 1742-1745<break strength="x-strong"/> Acquaforte su rame<break strength="strong"/> millimetri 294x424 <break strength="x-strong"/> Donazione Guglielmo Guidi (febbraio 2002)<break strength="x-strong"/> La torre di Malghèra appartiene alla serie di incisioni, realizzate dal Canaletto tra il 1740 ed il 1745, dal titolo Vedute. Altre prese da i luoghi altre ideate da Antonio Canal, dedicata al collezionista inglese Joseph Smith, console britannico a Venezia. Si tratta di trentatré vedute riprese dal vero - che ritraggono luoghi della città di Venezia, della laguna del Brenta, di Padova - e vedute fantastiche, considerate dalla critica “non solo il più alto capolavoro dell’incisione settecentesca in Europa, ma forse il capolavoro di tutta l’opera del Canaletto”. Quando Canaletto inizia a lavorare alla serie incisoria delle Vedute è un artista più che maturo. La sua pittura ha raggiunto altissimi vertici e i suoi dipinti veneziani sono così ricercati dai collezionisti inglesi che pur di averli arrivano ad offrire “tre volte di più di quanto ne chieda egli stesso”. La torre di Malghèra riproduce una torre di difesa eretta nel 1209 sull’isola di San Giuliano, poi abbattuta nell’Ottocento. Costituisce un eloquente esempio delle grandi qualità tecniche possedute dall'Artista veneziano, che si traducono in una scenografica composizione caratterizzata da una gamma infinita di neri, di grigi variamente sfumati e di abbaglianti luminosità e trasparenze pittoriche assolutamente peculiari.  Canaletto dispone, in primo piano, in un paesaggio ancora scevro dalla congerie di metalli e ciminiere della Marghèra industriale, alcune barche di poveri pescatori dirette a Venezia, mentre altre ormeggiate sono accanto al piccolo molo, in prossimità della torre. L’acqua della laguna non è più descritta con tratti uguali paralleli, come nelle prime incisioni delle Vedute, ma con segni piccoli e movimentati che la rendono ondulata, “increspata e luccicante di riflessi”.  Da sinistra fa il suo ingresso in scena la prua di una gondola, il cui classico pettine è da sempre emblema della Serenissima.