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In queste parti giace appartato un magnifico rottame. Accostandovisi, ben si ravvisa dalla disposizione delle sue nicchie, dalli quattro archi che presenta, e dalla sua quadrifronte, essere questi gli avanzi di un antico tempio, stato innalzato a Giano. Un vicin pastore, incalzato dal flagello della guerra, che ha desolato i contorni, si è rifuggiato colla sua famiglia nella rovina. Interiormente l'ha riparata alla meglio, e vi ha disposto il suo alloggio, e quello de' suoi figli, il ripostiglio per il latte, la piccola stalla per la vacca. Per di fuori ha congegnata la tettoia per riporvi la legna e l'erba, ha praticato in vicinanza un pollaio, ha collocate l'arnie delle api, vi ha scavato un pozzo. Cresciutagli la famiglia, ad una fronte dell'edificio ha addossato un novello fabbricato alla sua maniera, ed ha appoggiata ad un angolo la sua capanna. La sempiterna pace di questa buona gente mal si confà coll' irrequieta ferocia del nume, che vi ha dominato un tempo. Sono in asilo presso chi li perseguitò, ma essi nol sanno e le profane mura sono così purgate dalle iniquità passate, ed i lor resti espiano il rito tremendo di quando era in fiore. Vari frammenti di colonne, e di membrature diverse, che si sono staccate dall' edifizio, si vedono profondate nel terreno e variamente impiegate.