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Per diritto comune si intende il diritto romano giustinianeo interpretato e ricercato da Irnerio e i suoi allievi. Si riteneva che il diritto da applicare, durante il XII secolo, secondo i Glossatori era proprio il diritto romano. Quest’ultimo doveva essere vigente insieme al diritto locale, ma si poneva un problema di legittimazione. O meglio, era necessario giustificare la vigenza in contemporanea di questi diritti. Da un punto di vista prettamente teorico, se esisteva un unico Impero allora doveva esistere un unico diritto comune; ma la realtà diceva che esistevano tanti Regni e Comuni diversi e quindi tanti diritti locali. Il diritto romano, allora, era da vedere come un “collante”, un diritto “universale” da riconoscersi ovunque, comune e applicabile a tutti gli uomini in ogni luogo. Col passare del tempo, però, si arrivò ad affermare lo ius commune per contrapporre al diritto romano i diritti propri delle varie organizzazioni locali.