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L’Iliade, insieme all’Odissea, è un poema epico attribuito al poeta greco Omero, che tratta delle vicende della guerra di Troia. La narrazione comprende però solo cinquanta giorni dell’ultimo anno, quando la guerra in realtà si protrasse per dieci anni. Il racconto inizia presentando immediatamente la tematica portante dell’intero poema: l’ira. Per prima quella di Apollo, nell’inizio in medias res che costituisce il proemio, a seguire quella di numerosi eroi di entrambe le parti. Ha particolare importanza l’ira di Achille, il più forte tra i guerrieri greci, figlio di una divinità del mare . La causa di tutte le ire, nonché della guerra stessa, è il rapimento di Elena, moglie del re di Sparta Menelao, da parte di Paride, giovane principe Troiano. Le motivazioni reali della guerra hanno una natura di carattere economico: avendo il controllo di Troia si ha infatti il controllo sui commerci attraverso l’Ellesponto. I temi trattati da Omero oltre all'ira, sono l’onore e la gloria, l’importanza dei doni, e anche, in parte, l’inevitabilità del destino. In realtà non si è certi dell’esistenza di un unico compositore dell'opera, quale il leggendario poeta cieco Omero. Si pensa che sia stata originata dalla stesura ( nel VI secolo A.C) dei racconti di numerosi cantori, uniti a formare quella che oggi conosciamo come “Iliade”. Allo scontro prendono parte due popolazioni: i Greci ed i Troiani, gli uni lesi nell’orgoglio per via del rapimento di Elena, gli altri costretti a fronteggiare l'attacco di tutti gli eserciti della Grecia. Non sono però gli unici ad essere chiamati in causa, anche gli dei, sostenendo una fazione piuttosto che l’altra, contribuiranno a determinare l’esito dello scontro. Tutti si arrendono però al fato, al destino, a cui nessuno si può sottrarre. Essendo i personaggi statici, fedeli alle proprie caratteristiche iniziali, non è difficile individuare analogie e differenze nei comportamenti tra gli eroi sia degli uni che degli altri. Ambedue le parti presentano caratteristiche comuni, nonostante il motivi che li portano a combattere siano discrepanti. Entrambe hanno come valori portanti il coraggio e l’onore, che contraddistinguono gli eroi. Nella vicenda gli antagonisti non sono infatti individuati in base all’appartenenza, ma alle caratteristiche negative secondo la mentalità dell’epoca: gli antieroi sono infatti uomini brutti, vili e che criticano l’autorità , come Tersite tra i greci. L'episodio di Glauco e Diomede, che sospendono i combattimenti per via di legami di ospitalità tra i propri avi, dimostra che per entrambe i popoli i valori l’ospitalità sono fondamentali e sacri, almeno quanto il rispetto per gli dei. Non ci sono neanche grandi differenze nel modo di combattere e di celebrare la morte, le due fazioni dimostrano grande rispetto delle usanze funebri. Le differenze tra Achei e Teucri si manifestano soprattutto in alcuni personaggi principali, che pur ricoprendo stessa carica hanno motivazioni, ideali e comportamenti fortemente contrastanti, che in un qualche modo sottolineano i motivi per cui combattono : i Greci per un arricchimento e per la gloria individuale, mentre i Troiani per difendere la propria patria e i propri cari. Per primi ne sono esempi i personaggi dai Achille ed Ettore, che pur essendo i guerrieri più valorosi delle rispettive fazioni, ed essendo entrambe eroi, presentano caratteristiche contrastanti. Achille combatte per la gloria, vuole essere ricordato ed è disposto a morire prematuramente per raggiungere il suo scopo. Ettore combatte invece per difendere la propria patria, la moglie ed il figlio, e non si sottrae a questa responsabilità solo per onore e dovere nei confronti dei propri compatrioti. Achille si fa spesso trasportare all’ira, dalla sete di vendetta e ad un certo punto si rifiuta di combattere con gli Achei, chiedendo addirittura alla madre di fare in modo che siano puniti, per via di un torto subito. Ettore combatte fino allo stremo delle forze per Troia, anteponendo il suo dovere all’affetto che prova per i propri cari. L’unica caratteristica comune ai due personaggi è un destino terribile: entrambe moriranno prima che la guerra sia finita. Anche i due capi , Agamennone e Priamo, hanno caratteristiche differenti: il primo è sì coraggioso, ma anche avido e superbo, il secondo soffre per la morte dei figli ma rimane una figura di appoggio per i suoi sudditi. Nonostante ciò ci sono personaggi che non si attengono a questo schema, che vedrebbe i Greci come avidi e spietati ed i Troiani come strenui difensori della patria e della famiglia. Ulisse, re di Itaca, non si dimostra mai crudele o spietato con i suoi pari e pur essendo un abile guerriero sfrutta il suo ingegno e la sua astuzia per risolvere i problemi. Dalla parte dei Troiani invece c’è Paride, che rapendo Elena si concentra solo sui suoi desideri egoistici, senza pensare che causerà una guerra a spese dei propri famigliari e compatrioti.