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All'indomani del Congresso di Vienna, l'Austria ottenne in Italia oltre al Lombardo-Veneto, anche il controllo indiretto del Ducato di Parma, del Granducato di Toscana e del Ducato di Modena e Reggio. Il Regno di Napoli torno a Ferdinando IV di Borbone e nel 1817 andò a formare il Regno delle Due Sicile. In seguito alla Restaurazione le aspirazioni di carattere liberal-costituzionale e nazionale trovarono sbocco in una serie di rivolgimenti, a partire dai moti del 1820-21, seguiti da quelli del 1831, tutti duramente repressi. L'istanza nazionale fu poi fatta propria, subentrò allora a farsi interprete del sentimento nazionale il Piemonte di Carlo Alberto e di Cavour. I moti indipendentistici che percorsero l'Europa nel 1848-49 ebbero un'eco anche negli stati Italiani, dove si formarono governi rivoluzionari provvisori e nel caso di Venezia e di Roma portarono alla proclamazione della repubblica. Dopo l'esito vittoriosa delle insurrezioni di Milano e di Venezia, il Piemonte, combatté e perse la prima guerra d'indipendenza contro l'impero asburgico; la seconda guerra d'indipendenza, iniziò con alcuni successi militari dell'esercito franco-piemontese, e dei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi attivi in territorio lombardo. Seguì un'ondata di insurrezioni in vari territori italiani in favore dell'annessione al Piemonte: l'impresa dei Mille di Garibaldi, dopo aver favorito la liberazione del Sud, permise la riunificazione sotto la corona dei Savoia anche del Centro. Rimanevano esclusi dal nuova organismo unitario il Veneto e Roma: il primo fu attribuito all'Italia dopo la terza guerra d'indipendenza, in seguito al conflitto austro-prussiano conclusa con la vittoria della Prussia; la seconda, sarebbe stata conquistata nel 1870.