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. L'interesse della Chiesa per Internet è un aspetto particolare dell'attenzione che essa riserva da sempre ai mezzi di comunicazione sociale. Considerandoli il risultato del processo storico scientifico per mezzo del quale l'umanità avanza « sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi in tutto quanto il creato »,[1] la Chiesa si è spesso dichiarata convinta del fatto che i mezzi di comunicazione sociale sono, come ha affermato il Concilio Vaticano II, « meravigliose invenzioni tecniche » [2] che pur facendo già molto per soddisfare le necessità umane, possono fare ancora di più. Quindi l'approccio della Chiesa ai mezzi di comunicazione sociale è stato essenzialmente positivo.[3] Anche quando ne condannano i gravi abusi, i documenti del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali si sono preoccupati di chiarire che « un atteggiamento meramente restrittivo o censorio da parte della Chiesa... non è né sufficiente né appropriato ».[4] Citando la Lettera Enciclica Miranda prorsus di Papa Pio XII del 1957, l'Istruzione Pastorale sui Mezzi di Comunicazione Sociale Communio et progressio, pubblicata nel 1971, ha sottolineato questo aspetto: « La Chiesa riconosce in questi strumenti dei “doni di Dio” destinati, secondo il disegno della Provvidenza, a unire gli uomini in vincoli fraterni, per renderli collaboratori dei Suoi disegni di salvezza ».[5] Rimaniamo di questa opinione anche a proposito di Internet. 2. Secondo la Chiesa la storia delle comunicazioni umane somiglia a un lungo viaggio che conduce l'umanità « dall'orgoglioso progetto di Babele, con la sua carica di confusione e di mutua incomprensione (cfr Gn 11, 1-9), fino alla Pentecoste e al dono delle lingue: la restaurazione della comunicazione si incentra su Gesù per l'azione dello Spirito Santo ».[6] Nella vita, nella morte e nella risurrezione di Cristo, la comunicazione fra gli uomini ha trovato il suo più alto ideale e supremo modello in Dio, il quale è diventato uomo e fratello.[7] I moderni mezzi di comunicazione sociale sono fattori culturali che svolgono un ruolo in questa storia. Come osserva il Concilio Vaticano II, « benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza per il regno di Dio ».[8] Considerando da questo punto di vista i mezzi di comunicazione sociale, scopriamo che essi « contribuiscono efficacemente a sollevare e ad arricchire gli animi, nonché ad estendere e consolidare il Regno di Dio ».[9]