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Nota introduttiva. La pedagogia nasce come riflessione sull’educazione, tale che assume il paradigma di scienza; essa, infatti, è rigorosa, definisce gli ambiti di indagini, impiega un metodo scelto tra quelli che caratterizzano la ricerca pedagogica in generale e possiede un proprio statuto epistemologico capace di guidare l’agire e definire l’essere scienza. La pedagogia, in base alle metodologie adottate, può essere suddivisa in: - pedagogia speciale, che riguarda l’educazione destinata a combattere il disagio di ogni genere; - pedagogia sperimentale, chiamata così perché, appunto, sperimenta ed elabora tecniche e metodi nuovi; - pedagogia comparata, che si occupa di descrivere e definire i tratti istituzionali che differenziano il modo di educare nei vari paesi e che scommette sul confronto tra le forme di organizzazione pubblica e privata; - pedagogia sociale, che analizza gli aspetti più significativi del vivere comune e dell’impatto che l’educazione ha nella società. La pedagogia può applicarsi a tre ambiti diversi: - l’infanzia; - la scuola; - l’età adulta. Nel primo caso si parla di pedagogia dell’infanzia, che copre la fase scolastica che va dal nido alla scuola primaria. Nel secondo caso si parla di pedagogia della scuola, che affronta i problemi propri della scolarizzazione del bambino e copre la fase scolastica dall’accesso alla scuola secondaria inferiore alla scuola secondaria superiore. All’ultimo ambito menzionato – l’età adulta – si applica la pedagogia dell’adulto, che si occupa sia della formazione post-scolastica e, quindi, dell’avviamento al lavoro e all’esercizio della professione, che della formazione permanente. LA PEDAGOGIA SOCIALE. Il problema della dialogicità interpersonale è oggi definito in modo particolare dall’analisi del rapporto che sussiste tra i vari processi formativi; di qui la necessità di indagare quel settore pedagogico che fa capo al tema dell’interculturalismo, dell’inclusione e dell’integrazione. Ed è proprio in un’epoca come questa, caratterizzata dal moltiplicarsi dei flussi migratori che amplificano il contatto e le relazioni fra più culture, che l’educazione ha l’obbligo di orientare e facilitare tale incontro. Morselli (Dizionario di filosofia e scienze umane, Signerelli, 1993 Milano) individua sei tappe fondamentali nello sviluppo della pedagogia: - nel mondo classico, la pedagogia assume un valore all’interno di una determinata concezione dello Stato ed è finalizzata alla formazione dell’uomo inteso come cittadino; - nel pensiero cristiano, si sviluppa come catechismo e ha come tema fondamentale l’insegnamento dei valori e dei dogmi della fede; - in epoca rinascimentale si sviluppa nel concetto di humanitas l’ideale di un’educazione che abbia come scopo la formazione dell’uomo completo, armonizzato in tutte le sue possibilità fisiche e intellettuali; - con Comenio assume il ruolo di scienza fondamentale; - nell’Émile, Rousseau reinterpreta il concetto di educazione: in polemica con i valori oppressivi di una società di cui auspica il declino, l’autore propone un ideale di educazione fondata sul libero sviluppo del bambino; - tra l’Otto- e il Novecento, la pedagogia comincia ad affermarsi come scienza e si assume il compito di studiare i metodi e di reperire mezzi più idonei a promuovere le capacità del fanciullo con l’ausilio delle scienze psicologiche e antropologiche. Oggi, la pedagogia è definita la “scienza e l’arte dell’insegnamento”; è ‘scienza’ perché l’educazione esige una riflessione ed una legittimazione che assicurino il successo educativo; è ‘arte’ perché si affida all’estro creativo dell’insegnante, oltre che alla sua passione ed intelligenza. Ora che si è chiarito il significato di pedagogia, occorre riflettere sul termine ‘insegnamento’ e su ciò che implica; esso rinvia necessariamente al signum agostiniano, ovvero ciò che consente di individuare, attraverso le indicazioni del maestro, la fonte di verità. Insegnare è dunque dare qualcosa, sotto forma di informazione o formazione, a qualcuno attraverso la pratica dell’educazione. Negli ultimi anni, il termine ‘insegnamento’ è stata sostituita – quando non anche integrata – dalla parola ‘apprendimento’; essa ribalta il concetto di educazione, in quanto sposta la responsabilità educativa dall’educatore all’educando. La pedagogia non è l’unica scienza dell’educazione; con questa espressione, infatti, “si va, necessariamente, oltre la pedagogia. L’educazione ha sì una sua scienza, ma questa non sarà la pedagogia […]. Essa ha il grande merito sia di aver preparato il terreno e tenuto in incubazione quegli aspetti che permetteranno la nascita della Scienza dell’educazione, sia di sapersi ritagliare un suo ruolo e una sua funzione all’interno della rete della Scienza dell’educazione” (G. Genovesi, Pedagogia e oltre. Discorso sulla pedagogia e sulla Scienza dell’educazione, Anicia, Roma 2011, p. 11).