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Il padre ricco continuava a dondolarsi lentamente sulla sedia: mi fissava e non parlava. «Pronto a imparare?» riprese. Annuii in silenzio. «Come ti dicevo, c’è molto da fare. Imparare a far sì che i soldi lavorino a tuo vantaggio è la ricerca di tutta una vita. La gente va all’università per quattro anni, ma poi smette di istruirsi. Io so già che il mio apprendimento finanziario proseguirà per sempre, semplicemente perché più cose scopro e più mi accorgo di averne altre da capire. Un sacco di gente non studia mai questa materia: va a lavo- rare, ritira la busta-paga, controlla le spese e non si preoccupa d’altro. Il colmo è che si chiedono come mai hanno guai finanziari. Così, ritengono che avere più soldi li tirerà fuori dai guai. Pochi si rendono conto che il problema dipende dalla loro mancanza di istruzione finanziaria». «Quindi mio padre si lamenta delle tasse perché non capisce come funzionano i soldi?» chiesi confuso. «Ascolta», continuò il padre ricco. «Le tasse sono solo una piccola parte delle cose da sapere per costringere il denaro a lavorare per te. Oggi volevo solo scoprire se hai ancora voglia di imparare la finanza. Molta gente non ha questa passione: le basta andare a scuola, imparare una professione, divertirsi con il proprio lavoro e incassare una buona quantità di quattrini. Un giorno si sveglia accorgendosi di avere grossi problemi finanziari, ma non può smettere di lavorare. È il prezzo del saper lavorare solo per i soldi invece di aver studiato come il denaro può lavorare per noi. Allora, hai ancora voglia di imparare?» mi chiese. Annuii di nuovo. «Bene», disse. «Ora torna dalla Martin. Questa volta non ti darò niente come paga». «Come?» ero più che mai sconcertato. «Mi hai sentito bene. Niente. Lavorerai le stesse tre ore tutti i sabati, ma stavolta non riceverai i dieci centesimi all’ora. Hai affermato di voler imparare a non lavorare per i soldi, quindi non ti pagherò neanche un centesimo». Non riuscivo a credere ai miei orecchi. «Ne ho già parlato con Mike. Adesso, lui sta lavorando, spolvera e rimette in ordine gratuitamente le scatolette di cibo. Faresti meglio a raggiungerlo». «Non è giusto!» gridai. «Lei mi deve dare qualcosa». «Hai detto di voler imparare. Se non impari subito questa lezione, finirai per diventare come le due donne e l’uomo anziano che mi aspettavano in salotto, i quali lavorano per guadagnare sperando che non li licenzi. Oppure come tuo padre, che guadagna bene ma è indebitato fino al collo, e spera ancora che ricevendo di più risolverà i suoi problemi. Se vuoi questo, torniamo ai patti precedenti: ti do i dieci centesimi all’ora. Altrimenti puoi scegliere l’altra opzione, facendo quello che fanno tanti adulti: si lamentano che la paga è bassa, si licenziano e cercano un altro posto». «Ma che cosa faccio?» ero disorientato.