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Milton ha ventidue anni ed è partigiano sulle Langhe, è un abile combattente ma anche un pensieroso e profondo studente che si trovava in una situazione di difficile gestione, a diretto contatto con le atrocità di una guerra fratricida e immerso nel mondo crudo e essenziale dei partigiani, legati da un profondo senso di cameratismo e fraternalismo. Sono ormai due anni che Milton presta servizio volontario tra i partigiani “azzurri”, ha lasciato alle spalle gli studi, la famiglia, l’amore per affrontare questa difficile esperienza. In particolare ha lasciato Fulvia, ragazza che gli aveva fatto conoscere l’eterno amico Giorgio, per la quale Milton nutriva un grande amore non però totalmente corrisposto da lei che lo amava solamente per le sue straordinarie lettere d’amore. Un giorno, durante una importante spedizione, Milton si ritrova nella villa abbandonata dove viveva Fulvia, lì la custode insinuerà nella sua mente il dubbio che Giorgio l’aveva tradito andando con la sua ragazza. “Una questione privata” nasce da questa preoccupata confessione della custode e governante della villa, Milton sente di dover sapere la verità fino ad allora ignorata su Giorgio e su Fulvia. Naturalmente per sapere avrebbe dovuto parlare con Giorgio, partigiano a Mango in un reparto poco lontano dal suo. Milton già immagina una soluzione del suo interrogativo, ma giunto a Mango, tra la nebbia e le nuvole, sente che Giorgio è fuori in missione e vedendo poi tornare solo i suoi compagni capisce che il suo amico era stato catturato dai fascisti. Ostinato nella sua ricerca, Milton decide di fare a sua volta prigioniero un fascista per scambiarlo con Giorgio, così da poter parlare con lui e finalmente sapere. Catturato un sergente fascista della divisione San Marco nella vicina cittadina di Canelli, Milton prende a sospingerlo per i sentieri con la pistola puntata nella schiena, verso la zona controllata dai partigiani per organizzare lo scambio; ma il prigioniero tenta una folle fuga e Milton è costretto a sparargli e ad ucciderlo. Il fallimento della temeraria impresa non riduce però la volontà di Milton di trovare una soluzione al suo problema. La marcia ossessionata del protagonista riprende, è indirizzata ora di nuovo alla villa di Fuilvia: quella verità che ormai Giorgio non gli potrà più rivelare forse la apprenderà dalla custode. Milton marcia verso la villa di Fulvia,ma è sorpreso da un reparto fascista e tra gli spari dei mitra e dei moschetti, scappa e si nasconde nei ripari offerti dalla natura e … …Come entrò sotto gli alberi, questi parvero serrare e far muro e a un metro da quel muro crollò. NARRATORE La vicenda è narrata in terza persona da un narratore esterno, che tuttavia non è onnisciente in quanto si limita a raccontare le azioni e a descrivere i personaggi, non esplicita la propria presenza e non esprime giudizi personali. Pur essendo il narratore esterno, il suo punto di vista coincide per tutta la vicenda con il punto di vista di Milton, la focalizzazione è quindi interna, gli occhi del narratore sono in realtà gli occhi di Milton. Nel corso del romanzo la narrazione procede su due piani alternati: nel presente, quando si raccontano le vicende che stanno accadendo; nel passato con il continuo recupero nella memoria delle esperienze vissute con Fulvia, brevi episodi, frasi, ricordi sfuocati che sembrano tormentare Milton come in una continua allucinazione.