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IL FLOP DEL PROCESSO DI BISCARDI A USA ’94 Al termine della stagione sono in programma i Mondiali di USA ’94 e Tele+2, diretta da Biscardi (il cui Processo durante Italia ’90 fece registrare ascolti clamorosi), è priva dei relativi diritti. Così, il giornalista molisano convince i dirigenti di Telepiù a organizzare un Processo ai Mondiali da trasmettere in chiaro, con lo studio principale a New York e collegamenti dall’Italia. Questo il racconto di Dipollina sulla prima puntata del Processo ai Mondiali Usa ’94, targato Biscardi. “La mia faccia è tutta un programma”, lo ha detto Aldo Biscardi aprendo il primo Processo ai Mondiali, cinque minuti dopo Italia-Eire. Il programma, però, c’è stato lo stesso: ed è stato quello che di solito si definisce un irresistibile a hellzapoppin. Prendete il Processo consueto, quello del lunedì, e dividete Biscardi e gli ospiti tra l’ ippodromo di Meadowlands, i cancelli del Giants Stadium, lo studio di Milano e le telefonate da Los Angeles. Esilarante. Quando Biscardi dà la linea al “nostro studio mobile”, si scopre che questo è costituito da Ambra Orfei (praticamente in bikini) in piedi davanti a un cancello con un nugolo di tifosi italo-americani alle spalle. Biscardi, sovreccitato, si sbraccia e cerca scintille polemiche in tutti: soffre come un matto, perché sa che nello stesso momento, altrove, Galeazzi e Pizzul comodamente seduti intervistano Sacchi e Matarrese, comodamente seduti. Una volta non sarebbe successo”. Antonio Dipollina – La Repubblica 20 giugno 1994 Il Processo ai Mondiali di Biscardi non ottiene gli ascolti auspicati e il livello qualitativo delle puntate è molto distante da quanto preventivato, soprattutto tenendo presente l’importante sforzo di produzione. A completare il quadro, prima della finale Italia-Brasile, Biscardi&Co. sono costretti a tornare in Italia, non potendo seguire dagli USA la sfida di Pasadena vinta ai rigori dai verdeoro. Ufficialmente per reperire con maggiore facilità gli ospiti, ma in molti sotllineano che la scelta viene fatta per limitare i danni. LA SVOLTA DEL 1994: È VERA PAY-TV L’inizio della stagione sportiva 1994/95 segna un notevole cambiamento. Tele+2, sfruttando la maggior apertura del mercato dei diritti televisivi, diventa più aggressiva e acquisisce i diritti di alcune partite di Coppa Uefa e Coppa delle Coppe, allargando la propria offerta (che comprende, tra l’altro, molto tennis e la grande boxe). Un anno fa, di questi tempi la frase era: “Tele+ non toglie nulla agli italiani, ma crea con il posticipo un evento televisivo che prima non c’era”. Ineccepibile. Quest’anno, però, la musica cambia del tutto: Tele+2 compra su un mercato molto allegro e libero i diritti delle italiane di coppa. Ovvero: il valore di una partita è dato dalla somma di due fattori: la possibilità di trasmetterla e il fatto che chi, prima, la vedeva gratis (o in canone, vabbè) non la vede più. A meno di pagare non solo per quella o quelle partite, ma per l’intera programmazione criptata della pay-tv. La novità vera del calcio televisivo è questa, non certo il fatto che i posticipi abbiano sempre in campo le squadre più forti. E’ l’ avvento di una pay-tv che si mette a fare definitivamente il suo mestiere (e su questo non c’è nulla di male) ossia quello di far pagare eventi che è impossibile vedere in un altro modo. Per la Nazionale non si arà mai, dicono (è già stato fatto, con conseguente vespaio, e non si ripeterà), ma tutto il resto, da qui in avanti, sarà possibile (prossimo obiettivo, si dice, il grande sci). Tele+2 è diventata molto più aggressiva dopo l’ ingresso dei Richmond nella compagine azionaria, si sente più solida finanziariamente, ha dirigenti operativi che sanno il fatto loro, stendono un piano d’azione e lo eseguono con spregiudicateza (Mario Rasini, per esempio). Altri, restano per la facciata, un po’ cadente. In ogni caso, parlare chiaramente di un milione di abbonati come obiettivo “a breve” è un azzardo totale: infatti la frase è stata detta una volta e non è stata più ripetuta. Rimane Biscardi. Assolutamente “in freddo” con una parte della dirigenza dopo lo sconquasso dei Processi mondiali, il Rosso si è autoappaltato il suo lunedì, ha trovato un socio nel padrone di Radio Dimensione Suono, Montefusco, e presenta un Processo con una caratteristica, il fatto di essere itinerante, che è stata invece abbandonata da altri (Tmc) proprio per i costi altissimi. Antonio Dipollina – La Repubblica 4 settembre 1994